Con il chiaro intento di seguire le indicazioni alle quali si ispira l’azione Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e le linee programmatiche PNRR/MI (scuola, giovani, innovazione), il nostro progetto vuole integrare l’idea di laboratorio inteso come posto (aula) con la più generale idea di ambiente laboratorio. Ciò significa non solo ripensare profondamente l’approccio didattico, ma anche l’organizzazione temporale e spaziale della lezione. L’ambiente di apprendimento sarà strutturato in angoli di attività per making in piccoli gruppi di studio applicando le metodologie Didattica per Scenari, Design Thinking, Think-Make-Improve, Teal. Se per i secondi l’Istituto è già equipaggiato delle attrezzature minime necessarie per i primi, ovvero per poter progettare, proporre e svolgere attività di making è necessario dotarsi di kit e dispositivi per la sensoristica ed il coding. Abbiamo pertanto pensato di dotare le aule di kit misti che includono robot educativi per sviluppare il pensiero computazionale e schede (IoT) per stimolare la creatività, progettando e costruendo sistemi di acquisizione di parametri energetici, ambientali per il controllo il monitoraggio con l’ausilio della rete internet. A integrazione sono stati aggiunti strumenti per l’esplorazione della realtà aumentata e per la creazione e stampa in 3D. L’architettura dell’interno aula che individua l’asset ambientale di apprendimento, suggerisce (anche visivamente) la pratica “del fare” in piccoli gruppi, cercando di stimolare i ragazzi e le ragazze verso l’entusiasmo della curiosità, della sperimentazione, della costruzione in modo strutturato e coerente con le prassi e i paradigmi fondanti delle STEM. Il focus di attività parte da piccoli manufatti per estendersi in esperimenti talvolta anche di durata media. Le attività potranno essere cioè arricchite di moduli da svolgere all’esterno (es. monitoraggio dati ambientali), moduli di analisi dei dati (data-science) e documentazione dei risultati.
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